Il futuro dei biocarburanti, il loro impatto sulle importazioni, sui prezzi e sulle attività agricole, da oggi al 2020, dipende dallo sviluppo dei carburanti verdi di seconda generazione. Il rischio che si corre e' pesante, secondo le stime fatte da uno studio della Commissione europea. Se infatti non si passerà alla marcia superiore con la produzione di biocarburanti di seconda generazione il tasso di incorporazione del 10%, imposto dall'Unione europea per i biocarburanti, si farà sentire pesantemente sia sui prezzi dei prodotti agricoli, sia sulla quantità delle importazioni. Cresceranno del 50%. Meno pesante appare la situazione se si potrà contare - come fa è sottolineato nella nota ANSA - sul contributo di almeno un 20% di carburanti di seconda generazione. Le importazioni, soprattutto di semi oleosi e di olio vegetale, si attesteranno sul 30%. Lo studio della Commissione europea stima, infine, che, nella più' rosea delle ipotesi, con tutte le materie utilizzate per i biocarburanti di seconda generazione in grado di rispondere al 30% della domanda, le importazioni potranno ridursi al 10%. In questo scenario ottimistico si coltiveranno 2 milioni di ettari in più solo per produrre i biocarburanti di seconda generazione.