Pigmenti artificiali per catturare la luce
Una ricerca in Nuova Zelanda ha portato alla creazione di pigmenti artificiali in grado di simulare la clorofilla e l'emoglobina
[12/04/2007]
La tecnologia per celle solari sviluppata dal Centro per la ricerca sui nanomateriali della Massey University, in Nuova Zelanda, consentirà di generare elettricità dalla luce solare a costi che sono un decimo di quelli della attuali celle costruite in silicio, poiché la ricerca ha permesso di realizzare pigmenti sintetici molto simili a quelli naturali, i quali simulano una sorta di clorofilla sintetica (non a caso è di colore verde) ed il comportamento dell’emoglobina.
Secondo quanto riferito dagli stessi ricercatori, tali pigmenti sintetici potrebbero essere impiegati per costruire celle fotovoltaiche che sfruttano tali composti quali elementi sensibili per “immagazzinare” calore, onde poterlo sfruttare non solo per la conversione in energia elettrica, ma anche per funzioni di teleriscaldamento; altro particolare che le rende ulteriormente “biocompatibili” è la loro composizione, principalmente di biossido di titanio, minerale abbondantemente diffuso nella sabbia nera della Nuova Zelanda, con elevate caratteristiche di rinnovabilità e di atossicità.
Come dimostrato con un piccolo prototipo in grado di alimentare una piccola ventola, con i pigmenti sintetici è possibile far funzionale le celle anche in condizioni di luce scarsa, il che le renderebbe adatte anche al funzionamento in giornate nuvolose. Una possibile applicazione prevede l’integrazione dei pigmenti nel vetro, per realizzare finestre in grado di generare elettricità.
Secondo quanto riferito dagli stessi ricercatori, tali pigmenti sintetici potrebbero essere impiegati per costruire celle fotovoltaiche che sfruttano tali composti quali elementi sensibili per “immagazzinare” calore, onde poterlo sfruttare non solo per la conversione in energia elettrica, ma anche per funzioni di teleriscaldamento; altro particolare che le rende ulteriormente “biocompatibili” è la loro composizione, principalmente di biossido di titanio, minerale abbondantemente diffuso nella sabbia nera della Nuova Zelanda, con elevate caratteristiche di rinnovabilità e di atossicità.
Come dimostrato con un piccolo prototipo in grado di alimentare una piccola ventola, con i pigmenti sintetici è possibile far funzionale le celle anche in condizioni di luce scarsa, il che le renderebbe adatte anche al funzionamento in giornate nuvolose. Una possibile applicazione prevede l’integrazione dei pigmenti nel vetro, per realizzare finestre in grado di generare elettricità.
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