Eolico nel Regno Unito, il Governo britannico vara il piano
Previste oltre 7000 turbine da impiantare, per un valore di produzione pari a 33 gigawatt.
[11/12/2007]
Il Segretario di Stato del Governo Britannico, John Hutton, ha illustrato ieri le nuove misure decise per incrementare l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili: il governo britannico intende, in 13 anni, rifornire tutte le famiglie del regno di energia eolica prodotta offshore. Il segretario di Stato con delega agli affari, John Hutton, ha intenzione di costellare le coste di campi eolici: 33 GW, di cui 8 già progettati per entrare in funzione nel 2014.
Considerata la particolare conformazione favorevole dell'area fuori costa e le loro già assodate capacità di lavoro in mare aperto, sono previste 7.000 turbine, due per ogni miglio di costa, che dovrebbero implementare la produzione eolica, attualmente fermi a 2.2 GW. Le critiche per il cambio di paesaggio sono attese, ma Hutton ha risposto che passare a forme di produzione di energia a minor impatto ambientale e’ necessario ed e’ inevitabile che il cambiamento sia visibile. In fondo, costruire offshore crea meno disagi alla popolazione che installare parchi eolici sulla terraferma.
Hutton ha sottolineato che il Regno Unito ha alcune delle migliori risorse eoliche offshore al mondo; ha una lunga tradizione di design, installazione e manutenzione in ambiente offshore e soprattutto ha le abilità e la capacità industriale da trasferire in questo settore emergente.
In soli 8 anni la Gran Bretagna avrà una dotazione eolica offshore doppia, rispetto al leader attuale, la Danimarca, che sarà sorpassata già l’anno prossimo. La maggior installazione offshore e’ quella del porto di Londra, la London Array.
La Royal Society for the Protection of Birds ha già chiesto che vengano rispettati i siti preziosi per l’avifauna costiera, il Carbon trust ha sottolineato che l’investimento richiesto per questa impresa sarà notevole (e probabilmente ricadrà in parte sulle bollette) e Greenpeace ha ricordato come le energie rinnovabili vadano incentivate economicamente.
Considerata la particolare conformazione favorevole dell'area fuori costa e le loro già assodate capacità di lavoro in mare aperto, sono previste 7.000 turbine, due per ogni miglio di costa, che dovrebbero implementare la produzione eolica, attualmente fermi a 2.2 GW. Le critiche per il cambio di paesaggio sono attese, ma Hutton ha risposto che passare a forme di produzione di energia a minor impatto ambientale e’ necessario ed e’ inevitabile che il cambiamento sia visibile. In fondo, costruire offshore crea meno disagi alla popolazione che installare parchi eolici sulla terraferma.
Hutton ha sottolineato che il Regno Unito ha alcune delle migliori risorse eoliche offshore al mondo; ha una lunga tradizione di design, installazione e manutenzione in ambiente offshore e soprattutto ha le abilità e la capacità industriale da trasferire in questo settore emergente.
In soli 8 anni la Gran Bretagna avrà una dotazione eolica offshore doppia, rispetto al leader attuale, la Danimarca, che sarà sorpassata già l’anno prossimo. La maggior installazione offshore e’ quella del porto di Londra, la London Array.
La Royal Society for the Protection of Birds ha già chiesto che vengano rispettati i siti preziosi per l’avifauna costiera, il Carbon trust ha sottolineato che l’investimento richiesto per questa impresa sarà notevole (e probabilmente ricadrà in parte sulle bollette) e Greenpeace ha ricordato come le energie rinnovabili vadano incentivate economicamente.
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