Il Po ed il suo stato di salute. condizioni attuali e soluzioni di ingegneria naturalistica
L'allarme siccità richiede nuovi approcci alla gestione del principale corso d'acqua italiano
[18/07/2007]
L'acqua del Po diminuisce inesorabilmente, con l'avanzare degli effetti del cambiamento climatico e della domanda di risorsa idrica il suo corso rischia di arrestarsi, nei periodi piu' critici, anche a 100 chilometri di distanza dalla foce, con fenomeni i risalita dell'acqua salata in condizioni particolari (è successo già due volte nell'ultimo anno in concomitanza con fenomeni di acqua alta a Venezia). E' l'allarme lanciato in occasione di un workshop intitolato "Effetti dei cambiamenti climatici sul bacino del Po", organizzato dall'Apat, in collaborazione con l'Arpa dell'Emilia Romagna, che si e' tenuto stamane a Parma alla Camera di Commercio. La portata del piu' grande fiume italiano e' scesa del 20-25% nello scorso trentennio: su ogni dieci litri di acqua che arrivavano in precedenza alla foce del Po, mancano oggi all'appello piu' di due litri. Per esperti e scienziati, questo trend e' destinato a peggiorare: le piogge sono diminuite negli ultimi 30 anni del 15-20% nel bacino del Po, mentre i cambiamenti climatici stanno portando a una contrazione media del 10% delle precipitazioni sull'intera penisola. Gia' oggi i diritti di prelievo dal Po superano la portata media del fiume: per usi agricoli (soprattutto), industriali e civili si potrebbero, almeno sulla carta, sottrarre al fiume fino a 1.800 metri cubi di acqua al secondo, contro i 1.500 che realmente scorrono in media nel suo alveo all'altezza della foce. Nei fatti, si prelevano dal Po due miliardi e mezzo di metri cubi di acqua all'anno, di cui oltre il 73% destinati all'agricoltura. Cosi', nei periodi estivi piu' critici, la portata d'acqua alla foce puo' scendere sino a 180 metri cubi al secondo. L'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente ha riunito, per la prima volta attorno a uno stesso tavolo, scienziati, esperti, istituzioni per affrontare il tema dell'adattamento al cambiamento climatico. Una soluzione proposta è la diminuzione del prelievo da parte delle aziende lungo il corso del fiume al fine del raffreddamento delle macchine (questo punto diventa critico nel caso della centrale elettrica di Porto Tolle). Altro studio riportato in sede di convegno è stato il bilancio idrico tra i prelievi e l'utilizzo finale dell'utenza civile, che dimostra una forte necessità di ristrutturare le linee che dagli acquedotti arrivano agli utilizzatori finali, in quanto una dispersione del 40% del fabbisogno utile pro-capite risulta essere eccessiva e lesiva, per l'appunto, nei confronti dello stato di salute del fiume Po.
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