Biofuel da CO2, nuove sperimentazioni
La Green Fuel sperimenta su bioreattori la produzione di biomasse da convertire in etanolo, metano e/o biodiesel
[15/05/2007]
Un gruppo del MIT sta sperimentando dei fotobioreattori riempiti di alghe verdi capaci di produrre idrogeno, ma oltre a questo team esiste anche la Green Fuel Technologies Corporation, un’impresa di Cambridge che ha brevettato un sistema di produzione energetica dalle alghe.
Il processo inventato dalla Green Fuel si chiama Emissions-to-Biofuels™ (E2B™), ovvero “da emissioni inquinanti a biocarburanti”. La produzione energetica parte infatti dall’anidride carbonica recuperata da centrali elettriche a carburanti fossili o da altre fonti antropiche di CO2.
L’anidride carbonica prelevata viene introdotta nei bioreattori, dove sono presenti le alghe sospese in una soluzione di nutrienti ottimizzata per una rapida crescita. Il processo funziona come un ciclo: crescono continuamente nuove alghe e ne viene continuamente raccolta una parte, che – una volta essiccata – è a tutti gli effetti una biomassa ad alto contenuto energetico.
Questa biomassa si può convertire in etanolo, metano, biodiesel e se ne possono ricavare anche altri prodotti utili, come la biomassa solida o l’idrogeno. Le opzioni di uso del prodotto sono molteplici: si possono usare i carburanti direttamente nell’impianto dal quale si è prelevata la CO2 per produrre energia, oppure avviarli alla distribuzione come carburanti da trasporto. Uno dei vantaggi più grandi dell’invenzione della Green Fuel è che, una volta ottenuta la biomassa, per ricavarne i vari carburanti possibili non sono necessarie tecnologie ed impianti ad hoc, ma si possono benissimo usare i processi e le tecnologie esistenti.
Il processo inventato dalla Green Fuel si chiama Emissions-to-Biofuels™ (E2B™), ovvero “da emissioni inquinanti a biocarburanti”. La produzione energetica parte infatti dall’anidride carbonica recuperata da centrali elettriche a carburanti fossili o da altre fonti antropiche di CO2.
L’anidride carbonica prelevata viene introdotta nei bioreattori, dove sono presenti le alghe sospese in una soluzione di nutrienti ottimizzata per una rapida crescita. Il processo funziona come un ciclo: crescono continuamente nuove alghe e ne viene continuamente raccolta una parte, che – una volta essiccata – è a tutti gli effetti una biomassa ad alto contenuto energetico.
Questa biomassa si può convertire in etanolo, metano, biodiesel e se ne possono ricavare anche altri prodotti utili, come la biomassa solida o l’idrogeno. Le opzioni di uso del prodotto sono molteplici: si possono usare i carburanti direttamente nell’impianto dal quale si è prelevata la CO2 per produrre energia, oppure avviarli alla distribuzione come carburanti da trasporto. Uno dei vantaggi più grandi dell’invenzione della Green Fuel è che, una volta ottenuta la biomassa, per ricavarne i vari carburanti possibili non sono necessarie tecnologie ed impianti ad hoc, ma si possono benissimo usare i processi e le tecnologie esistenti.
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