Analisi economico gestionale di un sistema di e-learning: modelli simulativi
Autore
Carlo Perich - Università degli Studi di Roma Tor Vergata - [2003]
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  • Tesi completa: 302 pagine
  • Abstract
    Il life long learning è molto più che una forma di apprendimento, è uno stato mentale che vede l’uomo come attore principale nel processo di aggiornamento e sviluppo continuo delle proprie competenze. Un tale ottica si sta rapidamente diffondendo nelle imprese leader, tanto da imporsi come necessità per il successo del loro business; ciò impone considerevoli investimenti di cui però difficilmente si possono stimarne i benefici. I decision makers pertanto devono ponderare accuratamente la destinazione del budget in formazione, ricercando un compromesso tra la soluzione più efficiente e quella più efficace. La soluzione sembrava venisse dall’e-learning, a cui comunemente si associa un vantaggio economico in condizioni di ripetitività degli interventi formativi e di aumento del numero dei formandi, tuttavia molti casi sulle soft skills hanno sfatato questo mito ed hanno dimostrato che l’e-learning non sempre è una soluzione percorribile.
    Il problema può essere affrontato da diversi punti di vista: didattico, progettuale, tecnologico, strategico, economico, gestionale ognuno dei quali enfatizza su aspetti diversi. In tal senso, il nostro interesse si è orientato su un approccio di tipo pragmatico, rivolto agli executives, con l’obiettivo, seppur ambizioso, di illustrare, attraverso un modello empirico, le implicazioni di costing di una possibile scelta formativa.
    La prima parte si incentra sull’individuazione delle così dette variabili chiave (vc) di un sistema e-learning, quelle cioè determinanti ai fini di una scelta tra lo stesso ed un sistema tradizionale. I nostri studi le hanno ricondotte alle aspettative di utilizzo del sistema e-learning: riduzione dei costi di formazione, maggiore accessibilità formativa e propensione all’e-culture. Le reciproche relazioni di causa-effetto tra le tre variabili ci hanno poi suggerito la realizzazione di un modello tridimensionale che abbiamo denominato “le sinergie organizzative di un sistema e-learning”, grazie a cui il decisore è in grado di comprendere la propensione dell’organizzazione verso l’una o l’altra modalità formativa.
    Individuata la soluzione formativa, siamo passati allo studio di fattibilità (seconda parte), intesa come la sostenibilità economico finanziaria dell’investimento alla luce di importanti considerazioni sull’efficienza (massimo risultato e minimo costo) e sull’efficacia (raggiungimento degli obiettivi). Visto il duplice obiettivo abbiamo adottato due diverse metodologie: una per la rilevazione dei costi del sistema di e-learning ed un’altra, per inverso, in grado di misurare l’allontanamento dagli obiettivi (analisi del rischio). Per il calcolo dei costi del sistema abbiamo adottato una particolare forma di ABC (Activity Based Costing), detta TCM (Technology Costing Methodology), di cui esistono molte versioni – la più nota è quella del WCET –. Il nostro approccio a tali metodologie però è stato in chiave critica: non concordiamo sulla teoria della “no significant difference” (Russell) – essa attribuisce a tutte le forme di distance learning la medesima efficacia formativa di una modalità in presenza – che nello specifico non tiene conto delle ripercussioni sul lato economico (non solo) circa l’utilizzo di una soluzione formativa ritenuta più o meno efficace. Per questi motivi abbiamo pensato di introdurre un’analisi del rischio di costo di un progetto e-learning, in cui sottolineiamo gli aspetti che secondo noi influenzano l’efficacia formativa, dunque una “significant difference”. Il modello del rischio misura quali siano le possibilità di allontanamento dalle stime fatte in fase di pianificazione degli investimenti, utilizzando alcuni fattori di rischio che caratterizzano le aree funzionali di un sistema di e-learning:
    - Area Utenza: Tutorship, Teaching, Maturità, Scheduling, Disponiblità, Flessibilità;
    - Area Tecnologica: Strutturabilità, Multimedialità, Usabilità, Riusabilità, Qualità;
    - Area dei Contenuti: Manutenibilità, Espansibilità, Funzionalità, Connettività;
    - Area dei Servizi: Expertise, Motivazione, Community, Sponsorship, E-Culture.
    Si completa così il modello proposto, il quale termina con una breve elencazione degli atteggiamenti culturali, che nonostante la correttezza delle analisi (economico o progettuali), potrebbero comunque pregiudicare il successo di un progetto di e-learning.
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