Valutazione dell'inquinamento da metalli pesanti nell'area antistante l'ex complesso industriale di Bagnoli
Autore
Flora Carannante - Istituto Universitario Navale di Napoli - [2000-01]
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  • Tesi completa: 204 pagine
  • Abstract
    Il presente lavoro si è focalizzato sulla caratterizzazione dell'area antistante l'ex complesso industriale di Bagnoli. Sito incluso dalla legge ''finanziaria del 2000'' tra i siti d'interesse nazionale da sottoporre a bonifica.
    Gli obiettivi sono stati quelli di fornire un contributo alla conoscenza dello stato delle spiagge e dei fondali afferenti il litorale Coroglio-Bagnoli, affiancando ad una valutazione di tipo Fisico-Chimico-Biologico un approccio tossicologico. Ciò in previsione di un progetto di bonifica.
    Nella prima parte di questo lavoro sono state raccolte una serie di informazioni relative all’inquinamento marino, alle caratteristiche dell'area di studio, alle probabili fonti d’inquinamento antropico e naturale, alla storia della società, all’attività svolta, nonché alla normativa vigente in materia di tutela dell’ambiente marino. Tali informazioni sono state necessarie per la pianificazione della seconda parte del lavoro, in quanto grazie ad esse è stato possibile definire la strategia di campionamento, le metodologie adottate per l’analisi dei dati e fare delle ipotesi sulla provenienza e sugli effetti di tali inquinanti nel sedimento e negli organismi.
    La valutazione di tali parametri, indispensabile per la pianificazione di un progetto di bonifica, costituisce la premessa necessaria per l’approfondimento, sia delle indagini relative agli aspetti più salienti emersi dal presente lavoro, che gli studi relativi agli aspetti biologici. I dati di seguito esposti risultano dai campionamenti svolti dall’I.C.R.A.M. per conto del Ministero dell’Ambiente nel periodo che va dal 27 al 30 settembre 1999. Sono state campionate n. 42 stazioni totali, di cui il 20% pari a n. 8 carote e il rimanente 80% pari a n. 34 di campione superficiale.
    Al fine di una valutazione della capacità di bioaccumulo di alcune classi di contaminanti (metalli) negli organismi marini, sono state effettuate 5 stazioni di raccolta di mitili.
    Dal presente lavoro è emerso che nell’area di indagine le fonti di contaminazione derivano sia da attività antropiche che da fenomeni naturali (risalita di fluidi geotermici). Non essendoci in Italia legislazione in riguardo dei limiti di concentrazione di metalli, i confronti sono stati effettuati con le CMA (Concentrazioni Massime Ammissibili) del Washington State Departiment e con i valori riportati nella classificazione di Preter & Anderson. Ai fini comparativi sono state riportate le concentrazioni dei metalli nei sedimenti di zone marine a diverso grado di contaminazione: Porto di Livorno, Porto di Viareggio (entrambi aree antropizzate) e Tirreno Meridionale, area che non risente di influenze antropiche ma che è interessata dalla risalita di fluidi geotermici. Confronto interessante è stato fatto con le concentrazioni nella stessa area di Bagnoli nel '79.
    Si è cercato di comprendere quali caratteristiche del sedimento potessero influenzare la distribuzione dei metalli nell’area di studio. A tal proposito è stata analizzata la granulometria, è poi stata effettuata l’analisi dei cluster. I risultati dell’analisi delle componenti principali traducono una probabile tendenza dei metalli e della sostanza organica ad essere associati fra loro, o per una comune origine, o per una tendenza ad accumularsi nelle medesime condizioni.
    Non è stata rilevata la presenza di microrganismi patogeni. Si è cercato altresì di valutare la tossicità dei sedimenti tramite l’esecuzione di test ecotossicologici: Vibrio fischeri ed C. orientale sia sulla fase solida che sull’elutriato.
    Dai risultati ottenuti è stato possibile trarre alcune considerazioni conclusive:
    - Le concentrazioni degli elementi analizzati sono elevate in tutta l’area, generalmente superiori ai valori considerati ammissibili o caratteristici di sedimenti molto inquinati.
    - La distribuzione spaziale risulta coerente con le fonti di inquinamento conosciute, ed evidenzia le concentrazioni più elevate vicino ai pontili e nella zona di colmata.
    - Non è stato possibile correlare i metalli con le caratteristiche granulometriche del sedimento, né interpretare le relazioni con la presenza di materiale organico, anche in conseguenza della mancanza di informazioni sulla speciazione degli elementi considerati.
    - Si è osservata l’associazione privilegiata della tossicità con la componente idrofila dei contaminanti. Questo rappresenta un aspetto importante, che pone l’attenzione sul fatto che, in caso di movimentazione del sedimento, tali contaminanti potrebbero essere facilmente rilasciati nella colonna d’acqua.
    Infine si vuole sottolineare la necessità di riconsiderare la valutazione del bioaccumulo, in cui si sospetta che i risultati risentano del momento stagionale in cui è avvenuto il prelievo.
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