La valutazione dell’impatto del Capitale Intellettuale sui Processi di Gestione della Conoscenza
Autore
Francesco De Santis - Università degli Studi di Roma Tor Vergata - [2003-04]
Documenti
Abstract
Oggi che la conoscenza è diventata la principale materia prima e il frutto principale dell’attività economica, l’intelligenza delle organizzazioni (cioè persone intelligenti che lavorano in modi intelligenti) è passata dal ruolo di comparsa a quello di protagonista. Per le persone che distribuiscono denaro alle aziende, ossia gli investitori, e le persone che lo distribuiscono all’interno delle aziende, cioè i manager, il capitale intellettuale è diventato talmente essenziale che è lecito affermare che un’organizzazione che non gestisce sapere non sa badare ai propri affari.
C’è un solo problema: cercare di individuare e gestire un patrimonio fatto di conoscenze è un po’ come “tentare di pescare a mani nude”. Si può fare, ma l’oggetto dello sforzo è molto sfuggente. Prima che un’azienda possa utilizzare al meglio le sue idee, i suoi dirigenti devono capire come e perché il capitale intellettuale è rimasto fino a quel momento non gestito e rendersi conto del costo pauroso di questa negligenza: denaro sprecato e opportunità sperperate.
Il nostro lavoro inizia con l’analisi dei tre elementi costitutivi del capitale intellettuale, ossia il capitale umano, il capitale organizzativo e il capitale relazionale, discutendo successivamente le attuali metodologie di valutazione dello stesso.
Si è proseguito con un’accurata discussione sul problema della gestione della conoscenza e dei diversi processi ad essa relativi.
Abbiamo provveduto inoltre a studiare un probabile percorso di sviluppo e di valutazione del capitale intellettuale, attraverso l'individuazione di un set di sessanta indicatori, notando che non esiste ancora un unico metodo o indice di valutazione affermato ma ci si deve affidare ad un’analisi strutturata in base allo scopo della misurazione.
In conclusione è stato riportato un esempio dei possibili principi di gestione e interazione dei tre capitali e, al contempo, dei vari processi di gestione della conoscenza.
C’è un solo problema: cercare di individuare e gestire un patrimonio fatto di conoscenze è un po’ come “tentare di pescare a mani nude”. Si può fare, ma l’oggetto dello sforzo è molto sfuggente. Prima che un’azienda possa utilizzare al meglio le sue idee, i suoi dirigenti devono capire come e perché il capitale intellettuale è rimasto fino a quel momento non gestito e rendersi conto del costo pauroso di questa negligenza: denaro sprecato e opportunità sperperate.
Il nostro lavoro inizia con l’analisi dei tre elementi costitutivi del capitale intellettuale, ossia il capitale umano, il capitale organizzativo e il capitale relazionale, discutendo successivamente le attuali metodologie di valutazione dello stesso.
Si è proseguito con un’accurata discussione sul problema della gestione della conoscenza e dei diversi processi ad essa relativi.
Abbiamo provveduto inoltre a studiare un probabile percorso di sviluppo e di valutazione del capitale intellettuale, attraverso l'individuazione di un set di sessanta indicatori, notando che non esiste ancora un unico metodo o indice di valutazione affermato ma ci si deve affidare ad un’analisi strutturata in base allo scopo della misurazione.
In conclusione è stato riportato un esempio dei possibili principi di gestione e interazione dei tre capitali e, al contempo, dei vari processi di gestione della conoscenza.
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