Zone umide artificiali per la depurazione di reflui civili; valutazione dell'efficienza depurativa dell'impianto di Dicomano
Autore
Barbara Cecchetti - Università degli Studi di Pisa - [2005-06]
Documenti
Abstract
Questo studio ha inizio con una descrizione della normativa europea e nazionale nel settore delle acque, in particolare nell’ambito della gestione e trattamento dei reflui.
Viene poi valutato più approfonditamente il D. Lgs 152/99, in quanto per primo a livello nazionale riconosce i sistemi di depurazione naturale costruiti, come la fitodepurazione e il lagunaggio, tra i cosiddetti “trattamenti appropriati”.
Nella prima parte del secondo capitolo vengono descritti i processi di rimozione degli inquinanti che interessano le zone umide, siano esse naturali o artificiali.
Nella seconda parte si presenta una rapida descrizione delle metodologie tradizionali di depurazione delle acque reflue.
Nella terza e quarta parte il lavoro descrive i vari aspetti dei sistemi di fitodepurazione, definendone in maniera dettagliata le varie tipologie e le caratteristiche ecologiche e botaniche, e fornendo indicazioni sui criteri per il loro dimensionamento.
A ciò seguono una serie di valutazioni sui pro e i contro di questo tipo di tecnica e sulle esperienze nazionali nel settore.
Nell’ultima parte del capitolo 2 si prendono in considerazione, nel panorama più ampio dei fitotrattamenti, i sistemi di phytoremediation per la depurazione dei fanghi biologici.
La sezione “materiali e metodi” descrive l’attività sperimentale di campionamento e le seguenti analisi chimico-fisiche, microbiologiche ed eco-tossicologiche più idonee al tipo di refluo trattato dall’impianto di fitodepurazione di Dicomano (Fi). Nella parte “risultati” vengono mostrati i valori dei parametri ottenuti sperimentalmente, le percentuali di abbattimento dei vari inquinanti e l’andamento della concentrazione dei singoli parametri lungo i vari stadi dell’impianto, per i tre campionamenti effettuati.
La sezione “conclusioni”, in riferimento ai risultati ottenuti, si esprime sull’efficienza depurativa dell’impianto e sviluppa alcune considerazioni su ciò che ancora si deve fare per migliorare.
Viene poi valutato più approfonditamente il D. Lgs 152/99, in quanto per primo a livello nazionale riconosce i sistemi di depurazione naturale costruiti, come la fitodepurazione e il lagunaggio, tra i cosiddetti “trattamenti appropriati”.
Nella prima parte del secondo capitolo vengono descritti i processi di rimozione degli inquinanti che interessano le zone umide, siano esse naturali o artificiali.
Nella seconda parte si presenta una rapida descrizione delle metodologie tradizionali di depurazione delle acque reflue.
Nella terza e quarta parte il lavoro descrive i vari aspetti dei sistemi di fitodepurazione, definendone in maniera dettagliata le varie tipologie e le caratteristiche ecologiche e botaniche, e fornendo indicazioni sui criteri per il loro dimensionamento.
A ciò seguono una serie di valutazioni sui pro e i contro di questo tipo di tecnica e sulle esperienze nazionali nel settore.
Nell’ultima parte del capitolo 2 si prendono in considerazione, nel panorama più ampio dei fitotrattamenti, i sistemi di phytoremediation per la depurazione dei fanghi biologici.
La sezione “materiali e metodi” descrive l’attività sperimentale di campionamento e le seguenti analisi chimico-fisiche, microbiologiche ed eco-tossicologiche più idonee al tipo di refluo trattato dall’impianto di fitodepurazione di Dicomano (Fi). Nella parte “risultati” vengono mostrati i valori dei parametri ottenuti sperimentalmente, le percentuali di abbattimento dei vari inquinanti e l’andamento della concentrazione dei singoli parametri lungo i vari stadi dell’impianto, per i tre campionamenti effettuati.
La sezione “conclusioni”, in riferimento ai risultati ottenuti, si esprime sull’efficienza depurativa dell’impianto e sviluppa alcune considerazioni su ciò che ancora si deve fare per migliorare.
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