Il calcio in Italia: un'analisi econometrica
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Nazzareno Maurizi - Università degli Studi di Roma Tor Vergata - [2001-02]
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  • Tesi completa: 35 pagine
  • Abstract
    Nel momento in cui la scienza economica ha iniziato ad interessarsi in maniera concreta allo sport si può introdurre la distinzione fra dilettantismo e professionismo, cioè il passaggio dalla fase eroica, caratterizzata dalla passione, dal sacrificio e dalla vittoria quale ricompensa morale del competere, alla fase in cui le attività sportive vengono considerate alla stregua di normali attività produttive, in cui gli atleti diventano i fattori della produzione, la competizione costituisce il bene offerto sul mercato, gli spettatori rappresentano i consumatori, le società di appartenenza interpretano il ruolo del datore di lavoro. Si può quindi cercare, in prima istanza, di considerare lo sport professionistico - quello di squadra e il calcio in particolare – nell’ottica di un’impresa produttiva, attraverso una riduzione delle componenti che lo contraddistinguono alla logica economica, mediante l’applicazione dei familiari concetti di prodotto e fattori produttivi, costi e ricavi, profitti e perdite, mercato.
    Gli sport professionistici di squadra analizzati secondo la teoria economica dell’impresa, in quanto finalizzati, come questa, alla produzione di beni (partite), mediante un uso appropriato e congiunto di fattori (giocatori) razionalmente organizzati in squadre; beni che vengono ceduti di volta in volta ai consumatori (spettatori) direttamente o tramite strumenti audiovisivi.
    Il calcio in particolare si i concretizza in esercizio di attività economica in pratica dal 1870, quando le società inglesi e scozzesi iniziarono a recintare il terreno di gioco, a far pagare il biglietto per assistere allo spettacolo e soprattutto a corrispondere un salario ai propri giocatori (in Italia all’inizio del Novecento non si può parlare, almeno ufficialmente, di compensi erogati agli atleti, come si può desumere da un bilancio relativo alla partita disputatasi tra Genoa e Torino il 6 gennaio 1898).
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