Fiume Adige: bilancio dei sedimenti a scala di bacino
Autore
Michael Nones - Università degli Studi di Padova - [2006-07]
Documenti
Abstract
L'Adige ha una grossa influenza sull’ambiente circostante, sia per quanto attiene il suo sfruttamento (idroelettrico, agricolo ed idropotabile), sia per quanto riguarda i problemi creati dalle piene sul territorio vicino, fortemente antropizzato.
Fino alla metà del secolo scorso la parte valliva dell’Adige, a sud di Verona, completamente arginata, si presentava ancora come pensile, cioè con la quota del fondo dell’alveo fluviale superiore alla quota del circostante piano campagna.
La tendenza ad un eccessivo deposito di sedimenti all’interno dell’alveo risulta pericolosa dal punto di vista del transito delle grandi piene, e si accompagna ad una chiara tendenza della foce atesina ad espandersi verso il mare, e cioè al progressivo aumento della superficie dell’Isola del Bacucco (oggi denominata Isola Verde) segnalato, fino agli anni ’50, dalle cartografie (tavolette in scala 1:25.000) I.G.M. del 1897, 1908, 1918, 1931, 1944 e 1962.
A partire dagli anni ’50 del secolo scorso la tendenza si inverte e l’intero apparato di foce dell’Adige comincia a retrocedere, come visibile dal confronto con i rilievi aerofotogrammetrici del 1954, 1977 e 1979 e con la carta tecnica regionale (scala 1:10.000) del 1978.
Fino alla metà del secolo scorso la parte valliva dell’Adige, a sud di Verona, completamente arginata, si presentava ancora come pensile, cioè con la quota del fondo dell’alveo fluviale superiore alla quota del circostante piano campagna.
La tendenza ad un eccessivo deposito di sedimenti all’interno dell’alveo risulta pericolosa dal punto di vista del transito delle grandi piene, e si accompagna ad una chiara tendenza della foce atesina ad espandersi verso il mare, e cioè al progressivo aumento della superficie dell’Isola del Bacucco (oggi denominata Isola Verde) segnalato, fino agli anni ’50, dalle cartografie (tavolette in scala 1:25.000) I.G.M. del 1897, 1908, 1918, 1931, 1944 e 1962.
A partire dagli anni ’50 del secolo scorso la tendenza si inverte e l’intero apparato di foce dell’Adige comincia a retrocedere, come visibile dal confronto con i rilievi aerofotogrammetrici del 1954, 1977 e 1979 e con la carta tecnica regionale (scala 1:10.000) del 1978.
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