Analisi tecnica normativa e giuridica sull'elettrosmog a bassa frequenza
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Giacomo Castellano - Università degli Studi di Napoli - Federico II - [2000-01]
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  • Tesi completa: 146 pagine
  • Abstract
    Il rischio elettrosmog è ben presente nella realtà in cui viviamo e, dando un giusto peso ai diversi tipi di rischio cui si è costantemente sottoposti, si può affermare che è uno degli agenti meno pericolosi. Al fine di valutare l’orientamento giuridico è nata la necessità di fare delle analisi sia dal punto di vista tecnico, passando in rassegna il fenomeno, sia dal punto di vista legislativo, ponendo attenzione alle normative in vigore.
    Lo scopo principale dell’analisi tecnica è stato quello di stimare il rischio elettrosmog, valutando da un lato alcuni aspetti che spesso sono confusi specialmente da persone che finiscono in conclusioni affrettate, non conoscendo il fenomeno fisico in sé. Data la necessità di analizzare esclusivamente le basse frequenze, si è dimostrato il motivo per il quale le protezioni da introdurre sono riferite al rispetto delle limitazioni di campo magnetico. Al tempo stesso sono mostrati alcuni studi ed esperimenti condotti, al fine di valutare la pericolosità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. La conclusione cui si può giungere è che le radiazioni non ionizzanti inducono ad un rischio per la salute umana, inferiore ad altri agenti, naturali e/o prodotti dall’uomo, anch’essi pericolosi per la salute. A ciò va aggiunto il condizionale, poiché bisogna rammentare che, rispetto ad altri agenti, per i quali basta la sola presenza in minime quantità per provocare delle neoplasie (ne è un esempio l’amianto), se si supera una soglia di valori limite è chiaro che il rischio crescerà notevolmente. Il problema che si sta sviluppando in questi anni e nei prossimi, sarà quello di stabilire se i valori limite, introdotti dai vari enti internazionali, sono inferiori o almeno prossimi alla linea di soglia che si può definire a rischio “tollerabile”. Un metodo di valutazione è quello epidemiologico, cui si fa molto spesso riferimento per quantificare il rischio associato all’elettrosmog, adottando come unità di misura il Rischio Relativo, utilizzando come riferimento, la popolazione esposta ad un arbitrario livello di campo. A mio parere con tale sistema non si riesce a valutare il grado di rischio, ma sarebbe più opportuno adottare un altro tipo di riferimento, che produca dei danni equivalenti. Poichè non è ancora chiaro il meccanismo di interazione fra corpo umano e radiazioni non ionizzanti, ed ancor più la sua stessa esistenza, è quindi chiaro che solo chi ignora o sottovaluta l’intero fenomeno deve ritenersi responsabile di attentare alla salute della popolazione, come cita l’art. 32 della Costituzione Italiana. L’aspetto giuridico si ripercuote sulla condizione di rischio; è noto che esso s’identificherà come la propensione soggettiva di accettarlo o meno, e in alcun caso nessuno si può approfittare di una condizione d’ignoranza per trarne proprio vantaggio. Nel caso della bassa frequenza, ed ancor più nel caso degli elettrodotti, l’interesse non è più del singolo ma della collettività cui si contrappone l’interesse economico della nazione, quindi è compito dello Stato definire i valori limite e stabilire i metodi di difesa da adottare.
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