Ipotesi di riconversione ecocompatibile dell'agricoltura intensiva su zone confinanti la riserva naturale "Palata Menasciutto" posta all'interno del parco fluviale del Serio
Autore
Lorenzo D'avino - Università degli Studi di Parma - [1999-00]
Documenti
Abstract
L'obiettivo di questa tesi è la progettazione di una fascia di rispetto nei dintorni di una riserva naturale in cui riconvertire l'agricoltura biologica ivi presente in agricoltura a minor impatto ambientale, e perciò ecocompatibile.
L'area è stata georeferenziata indicando uso del suolo, fitosociologia, descrizione meteoclimatica, qualità delle acque (analisi chimico-fisiche, IBE e fauna ittica delle stazioni a monte e a valle), esondabilità, idrogeologia e classificazione dei suoli. Sono stati inoltre proposti dei questionari agli agricoltori per valutare le pratiche agricole utilizzate ed il livello di gradimento del progetto.
Fondamentale è stato l'utilizzo di un metodo di analisi della qualità biologica dei suoli (QBS) che si è dimostrato adatto a valutare in tempi inferiori rispetto ad altri parametri chimico-fisici (quali ad esempio contenuto in sostanza organica o stabilità degli aggregati) l'incidenza delle pratiche agricole adottate sugli agroecosistemi in esame. Tale metodo valuta la biodiversità del popolamento di microartropodi edafici e la sua applicazione è ora in pieno sviluppo su scala nazionale.
Vengono poi analizzate da un punto di vista scientifico tutte le pratiche agricole alternative all'agricoltura convenzionale e la loro convenienza economica. In particolare viene infine analizzato l'impatto della maiscoltura su fertilità del suolo, lavorazione, utilizzo e persistenza di prodotti fitosanitari, irrigazione, rotazione e consociazione.
Su queste basi è proposta una valutazione di impatto ambientale (VIA) delle pratiche adottate in maiscoltura utilizzando una matrice di Leopold.
Viene quindi delineata la fascia di rispetto (buffer stripe) e le ipotesi di riconversione ipotizzando due diversi scenari di sviluppo sostenibile preceduti da una fase di screening, indicando i tempi, le modalità e le possibilità di finanziamento della fase di riconversione dell'area in esame.
L'area è stata georeferenziata indicando uso del suolo, fitosociologia, descrizione meteoclimatica, qualità delle acque (analisi chimico-fisiche, IBE e fauna ittica delle stazioni a monte e a valle), esondabilità, idrogeologia e classificazione dei suoli. Sono stati inoltre proposti dei questionari agli agricoltori per valutare le pratiche agricole utilizzate ed il livello di gradimento del progetto.
Fondamentale è stato l'utilizzo di un metodo di analisi della qualità biologica dei suoli (QBS) che si è dimostrato adatto a valutare in tempi inferiori rispetto ad altri parametri chimico-fisici (quali ad esempio contenuto in sostanza organica o stabilità degli aggregati) l'incidenza delle pratiche agricole adottate sugli agroecosistemi in esame. Tale metodo valuta la biodiversità del popolamento di microartropodi edafici e la sua applicazione è ora in pieno sviluppo su scala nazionale.
Vengono poi analizzate da un punto di vista scientifico tutte le pratiche agricole alternative all'agricoltura convenzionale e la loro convenienza economica. In particolare viene infine analizzato l'impatto della maiscoltura su fertilità del suolo, lavorazione, utilizzo e persistenza di prodotti fitosanitari, irrigazione, rotazione e consociazione.
Su queste basi è proposta una valutazione di impatto ambientale (VIA) delle pratiche adottate in maiscoltura utilizzando una matrice di Leopold.
Viene quindi delineata la fascia di rispetto (buffer stripe) e le ipotesi di riconversione ipotizzando due diversi scenari di sviluppo sostenibile preceduti da una fase di screening, indicando i tempi, le modalità e le possibilità di finanziamento della fase di riconversione dell'area in esame.
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