Inquinamento antropico delle acque di balneazione: la Costa di Amalfi
Autore
Mariano Nappa - Università degli Studi di Salerno - [1998-99]
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  • Tesi completa: 230 pagine
  • Abstract
    Gli argomenti trattati analizzano i potenziali rischi legati all’immissione di acque reflue in mare, tra cui quello principale della qualità delle acque e della non balneabilità delle zone costiere. I problemi principali sono dovuti alla continua immissione di sostanze (riducibile in parte con efficaci trattamenti di depurazione a terra) ed il possibile ristagno delle stesse in aree modeste, senza una appropriata diffusione in mare aperto, la quale invece può evitare che queste possano essere ritrovate in elevate concentrazioni in prossimità delle coste.
    Per tale motivo sono stati analizzati i fenomeni che permettono la diluizione delle sostanze inquinanti, precisamente quelle scaricate attraverso condotte sottomarine, nonché le cause che la determinano (venti, correnti marine). Tale diluizione è dovuta a due fenomeni: la concentrazione di sostanze presenti nelle acque di scarico è diversa (molto maggiore) da quella in mare per cui si ha un naturale spostamento verso il liquido a minore concentrazione (fenomeno diffusivo), con l’ulteriore contributo dovuto alla differenza di densità tra i due liquidi, per cui l’acqua di fogna tende a risalire in superficie accentuando la diffusione. Inoltre l’acqua del mare non è in genere in quiete, ma è soggetta a moti di diversa natura, i quali contribuiscono ulteriormente alla diluizione (fenomeno convettivo o di trasporto). A tali situazioni si aggiunge infine un fenomeno di mortalità batterica.
    Di fondamentale importanza è inoltre la sorveglianza ed il monitoraggio delle zone costiere, a scopo di recupero e di prevenzione, e la possibilità di utilizzare strumenti tecnologici innovativi per il controllo dell’inquinamento di tali zone. Un adeguato e costante programma di campionamento, può permettere di indagare non solo sullo stato di qualità delle acque di balneazione, ma anche su un repentino decadimento della qualità delle stesse. Utilizzando infine tecnologie avanzate, si può pensare di trasportare tale monitoraggio su supporti hardware, attraverso la realizzazione di un sistema di telecontrollo, ovvero di un Sistema Informativo Territoriale (SIT).
    Tutto ciò viene poi rapportato ad una realtà della provincia di Salerno: la Costiera Amalfitana. Si analizzano allora le condizioni sociali del luogo e si svolge inoltre un’indagine sulle infrastrutture esistenti sul territorio: ciò permette di poter determinare la consistenza dei carichi antropici incidenti sulla celebre costiera.
    Infine, sulla base delle analisi fatte sul territorio costiero amalfitano e in base ai criteri generali esaminati nella parte iniziale dello studio, viene effettua un’ipotesi di monitoraggio per la costa di Amalfi, individuando i parametri (statici e dinamici) da tenere sotto controllo e definendo un piano di campionamento che individui sia i siti da monitorare, sia la frequenza con cui effettuare tale monitoraggio.
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