Classificazione delle tecnologie pulite e applicazione nell'industria metalmeccanica
Autore
Rita Veglia - Università degli Studi di Milano - Bicocca - [1998-99]
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  • Tesi completa: 200 pagine
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    La tesi si propone di caratterizzare le tecnologie pulite (TP) attraverso idonei parametri di classificazione per lo sviluppo di strumenti di comunicazione significativi e completi.
    Nell’ambito industriale, economico e legislativo, l’interesse per le TP si è accresciuto ampiamente negli ultimi dieci anni ma permangono discordanze sul reale significato di questa terminologia. Nella trattazione si è convenuto di utilizzare questo termine perché è uno dei più diffusi in Italia pur portando in sé una contraddizione. Processi produttivi che abbiano un impatto zero sull'ambiente, siano cioè puliti, non esistono. Al limite essi possono raggiungere un livello minimo o relativamente ottimale di prelievo di risorse e di rilascio di emissioni. In effetti a scala internazionale la dicitura è "produzione più pulita" (cleaner production) ma anche qui si implica un termine di paragone che lascia spazio ad ambiguità (rispetto a quale riferimento?).
    Se risulta già difficoltoso trovare la terminologia appropriata, lo è ulteriormente accordarsi su quali interventi nei processi produttivi possano rientrare in questa categoria. In questo lavoro si propende per un’interpretazione meno restrittiva di quella adottata da alcuni organismi internazionali (EPA Statunitense) e quindi sia i processi che le aziende non vengono considerati delle entità isolate bensì come parte interagente di un ecosistema industriale. Abbracciando quindi questo approccio le TP vengono definite come tutti quegli interventi nel processo o sul prodotto che permettono di risparmiare risorse, prevenire le emissioni e riutilizzare gli scarti internamente o esternamente all’azienda.
    Inizialmente sono state valutate le modalità di incentivazione nazionali ripercorrendo la normativa ambientale, i sostegni economici e gli strumenti volontari. La legislazione appare non totalmente matura ma si ravvisano alcuni significativi segnali di interesse. Probabilmente l’adesione volontaria delle imprese ai sistemi di certificazione ambientale o le etichette ecologiche sui prodotti risultano le vie più promettenti al riguardo. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, manca tuttora una pianificazione delle iniziative e un monitoraggio dell’effettiva applicazione delle TP nell’industria.
    Un ulteriore punto critico, non solo italiano, è la necessità di informare correttamente sui presunti benefici ambientali ed economici degli interventi. Sono stati realizzati numerosi studi su imprese che hanno adottato le TP e resi disponibili i risultati in Internet o presso altre fonti; le informazioni che se ne traggono spesso sono incomplete e soprattutto non confrontabili. Difficoltà nel reperimento dei dati, reticenza delle imprese e strutture parzialmente inadeguate sono alcuni tra i motivi che non permettono una comunicazione valida. Sulla base di questi presupposti, dopo attenta analisi e individuazione dei parametri di classificazione delle TP (tipologia di interventi, fattori di impatto ecc.), si è progettato un database con Microsoft Access.
    L'organizzazione dei dati è stata approntata sul modello relazionale: le informazioni sono state aggregate in base a criteri di omogeneità in strutture dati (tabelle) legate fra di loro da relazioni. Si è poi proceduto alla selezione dei documenti reperiti presso diversi siti Internet (Epa statunitense, Unep ecc.). L'elevato numero ha comportato la restrizione dell'analisi al settore metalmeccanico, in particolare ai trattamenti superficiali dei metalli. Sono stati quindi raccolti e inseriti nel database circa cento casi. Infine, attraverso opportune selezioni di ricerca sono stati creati grafici e report che forniscono un quadro sintetico delle informazioni in essi contenuti. I risultati di riepilogo sono stati analizzati verificando la significatività e la comparabilità dei dati. Quest'ultima si presenta difficile in quanto mancano, ad esempio, i riferimenti alla dimensione delle imprese, alle quantità prodotte e altri elementi utili.
    Tali osservazioni hanno costituito il supporto per l'elaborazione di un modello di case study che possa mettere in luce, in modo chiaro e il più possibile completo, l'effettiva portata degli interventi adottati (aspetti positivi e negativi ecc.). Questo strumento di comunicazione è stato applicato a un caso reale, le "Trafilerie San Paolo" di Arcellasco d'Erba in provincia di Como.
    Questa azienda di dimensioni medio piccole produce acciaio in matasse e in barre. Dal 1978 ha posto in essere numerosi azioni per diminuire i consumi d'acqua, richiesti dai trattamenti superficiali dei metalli, e la produzione di rifiuti. Attraverso l'analisi delle contabilità ambientali degli anni 1994-1998 sono stati realizzati due approfondimenti: il primo sugli interventi applicati al decapaggio chimico e il secondo sul decapaggio meccanico.
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