Valutazione della correlazione tra forame ovale pervio ed emicrania con aura mediante NIRS: studio nel dominio del tempo e della frequenza
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Tommaso Covino - Politecnico di Torino - [2006-07]
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  • Tesi completa: 139 pagine
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    Introduzione: Il forame ovale pervio (patent foramen ovale, PFO) è un’anomalia del setto inter-atriale consistente in una comunicazione tra atrio destro e atrio sinistro. L’incidenza del PFO in soggetti affetti da emicrania con aura (ECA) è pari al doppio (50%) di quella in soggetti con emicrania senza aura (ESA), che a sua volta risulta essere identica a quella presente nei soggetti sani (≈ 25%).

    Obiettivo: stabilire il ruolo della spettroscopia nel vicino infrarosso (near infrared spectroscopy, NIRS) nella valutazione della correlazione tra PFO ed ECA. In presenza di alterazione del regime pressorio a livello cardiaco, il PFO dovrebbe provocare mescolamento tra sangue arterioso e sangue venoso visibile all’esame spettroscopico.

    Metodo: 33 volontari affetti da ECA, 29 di sesso maschile e 4 di sesso femminile, con età compresa tra 15 e 58 anni, sono stati sottoposti ad esame NIRS durante apnea volontaria e manovra di Valsalva. L’analisi dei segnali NIRS è stata condotta nel domino del tempo e nel dominio della frequenza.

    Risultati: L’analisi nel dominio del tempo ha evidenziato una sensibilità del NIRS nel riconoscere soggetti con PFO pari al 65% ed una specificità dell’85%. La classificazione considerata come gold standard è stata quella ottenuta tramite esame trans-cranial doppler (TCD). IPOTESI: i soggetti con PFO misclassificati potrebbero essere soggetti in cui gli effetti del PFO non si manifestano a livello cerebrale, e, pertanto, la causa dell’emicrania potrebbe non essere il PFO. I soggetti con PFO rispetto ai soggetti senza PFO non hanno mostrato differenze significative di vasoreattività durante apnea (valutata mediante indici di breath-holding e pendenza delle rette interpolanti).
    L’analisi nel dominio della frequenza non ha evidenziato macroscopiche differenze tra i due gruppi di pazienti. I segnali più sensibili alla presenza di PFO sono risultati essere quelli relativi alla concentrazione di HHb e di CtOx. Ad una prima analisi qualitativa, si è notato che l’analisi bispettrale sia più sensibile rispetto all’analisi spettrale classica, nel riconoscere soggetti con PFO che nel dominio del tempo non mostrano particolari differenze rispetto ai soggetti normali.
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