Formule gestionali innovative per la governance locale dei servizi sociali
Autore
Thea Banderali - Coldiretti-IRIPA sede di Genova - [2007]
Documenti
Abstract
Se l’aspettativa dei lettori di questa ricerca fosse trovare la risposta su come stipulare contratti di appalto senza espletare le dovute procedure di gara o trovare esempi concreti e finiti di casi regionali sui nuovi rapporti pubblico/privato, mi scuso per il tempo perso dietro la lettura di questo mio lavoro e, anzi, Vi invito a evitare di cercare tali risposte.
Chi, invece, volesse soffermarsi a riflettere sugli spunti di lavoro che troverà durante l’analisi del testo, capirà il vero significato di tale scritto.
Il mio lavoro vuole essere non il risultato, non la meta, ma il percorso per arrivarvi, un cammino di interrogativi, analisi di scenari, fotografia di vincoli, stimoli, contraddizioni e necessità che scaturiscono dalla lettura del tessuto socio-politico ed economico del Paese.
Cammineremo insieme alla ricerca di nuovi approcci, disegneremo un percorso “chiamando le cose con il loro nome”, percorreremo l’iter storico e legislativo che ha portato pressantemente alla ricerca di un nuovo modo di programmare e progettare i servizi sociali, tra concetti di sussidiarietà e solidarietà, responsabilità civica e principi di cittadinanza, imprenditorialità e assistenzialismo, perché lo sviluppo economico deve essere parallelo a quello sociale, per una società equa e attiva.
Già J.M. Keynes, parlava di “dipendenza democratica”: i portatori di bisogni devono concorrere alla programmazione delle prestazioni, riappropriandosi della responsabilità verso i loro stessi problemi, della capacità della comunità di leggere se stessa.
Perché è la solidarietà che deve applicarsi al mercato, e non viceversa, per renderlo più giusto ed equo.
Perché la qualità della democrazia di una società passa attraverso la partecipazione dei suoi cittadini allo sviluppo di essa.
Chi, invece, volesse soffermarsi a riflettere sugli spunti di lavoro che troverà durante l’analisi del testo, capirà il vero significato di tale scritto.
Il mio lavoro vuole essere non il risultato, non la meta, ma il percorso per arrivarvi, un cammino di interrogativi, analisi di scenari, fotografia di vincoli, stimoli, contraddizioni e necessità che scaturiscono dalla lettura del tessuto socio-politico ed economico del Paese.
Cammineremo insieme alla ricerca di nuovi approcci, disegneremo un percorso “chiamando le cose con il loro nome”, percorreremo l’iter storico e legislativo che ha portato pressantemente alla ricerca di un nuovo modo di programmare e progettare i servizi sociali, tra concetti di sussidiarietà e solidarietà, responsabilità civica e principi di cittadinanza, imprenditorialità e assistenzialismo, perché lo sviluppo economico deve essere parallelo a quello sociale, per una società equa e attiva.
Già J.M. Keynes, parlava di “dipendenza democratica”: i portatori di bisogni devono concorrere alla programmazione delle prestazioni, riappropriandosi della responsabilità verso i loro stessi problemi, della capacità della comunità di leggere se stessa.
Perché è la solidarietà che deve applicarsi al mercato, e non viceversa, per renderlo più giusto ed equo.
Perché la qualità della democrazia di una società passa attraverso la partecipazione dei suoi cittadini allo sviluppo di essa.
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