Ritrovare la città. Le strade e le piazze del Piccolo Quadrilatero a Bologna.
Autore
Giuseppe Amoruso - Università degli Studi di Bologna - [1995-96]
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  • Tesi completa: 61 pagine
  • Abstract
    La regola prescrive che, superati gli esami di profitto, lo studente universitario sopporti un'ultima prova prima di conseguire la laurea: una prova che, per quanto possibile e coerente al proprio "curriculum" di studi, sia compendio e testimonianza della maturata preparazione culturale e professionale. Accade che nasce l'iniziativa di "raccogliere idee" per "ritrovare la città, le strade e le piazze del Piccolo Quadrilatero", alcune centinaia di lotti nel centro storico di Bologna.
    Dio sa quanto siano opportune tali iniziative, quanto per chi avendo avuto la ventura di essere in strade, piazze, luoghi un tempo amabilissimi, si conservino ricordi e rimpianti non perché indulga a sentimentalismi e a nostalgie passatiste, ma perché convinto della funzione altamente formativa e culturale del modo di essere per se stessi e soprattutto fra loro rapportati, le case, i palazzi, i giardini, i colori degli intonachi, delle pietre e dei mattoni, gli squarci di cieli fra i cornicioni di gronda, le penombre di certe vie, i ritmi dei fornici e i variegati corridoi porticati e le voci, le presenze, i capannelli di persone sulla strada, presso bar e botteghe e lo sguardo curioso di bambini che vanno a scuola e passano avanti a calzolai, sarti, stagnini... letteratura, si dirà. E allora si osservi la vita in certi siti della città ricuperati alla modernità, al progresso, al traffico meccanizzato, in certi quartieri periferici magari lustri e geometricamente razionali, con presuntuosi edifici "a torre", "a grattacielo", irreggimentati, anonimi, tombali, dove nessuno sosta per parlare, salutare, sorridere con il vicino, dove il rumore dominante è il battere delle porte d'auto in arrivo e in partenza e, purtroppo, nella notte anche lo sparo terrificante di qualche arma.
    Dunque ripensare lo spazio urbano non in termini estetizzanti, personalistici, di originalità a tutti i costi, ma umano, della gente, degli esseri che abitano, lavorano, studiano, si divertono insieme anche in luoghi aperti, che stabiliscono un rapporto vivo, diretto, significativo con il sagrato di una chiesa, i gradoni di un sopralzo, l'ombra di un platano, che sono parte unitaria di prospettive e fondali. Il giudizio spetta a coloro che lo vorranno fare criticamente- ma pure con indulgenza: si tratta di un approccio progettuale, non di una pretesa di soluzione salvifica- indugiare su elaborati grafici e proposizioni relazionali per concorrere insieme a fare "più amabile" la città di Bologna.
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