Studio sull’inquinamento da ciclofosfamide in ambiente ospedaliero
Autore
Loredana Castiglia - Università degli Studi di Napoli - Federico II - [2002-03]
Documenti
Abstract
La ciclofosfamide (CP) è uno dei farmaci antineoplastici di maggiore utilizzo in terapie tumorali in quanto lega le due eliche del DNA bloccando la proliferazione cellulare.
Il meccanismo di azione della ciclofosfamide spiega l’efficacia terapeutica ma anche la sua azione mutagena in soggetti sani, in quanto non presenta selettività tra cellule normali e cellule tumorali. La IARC, infatti, include il farmaco nel gruppo I (sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo). In base al D.Lgs. del 19 settembre 1994 n. 6265, alle Linee Guida pubblicate sulla G.U. n. 236 19996 e all’Aggiornamento 2002 del Titolo VII D.Lgs. 626/19947, c’è la necessità di valutare nel tempo il rischio di esposizione dei soggetti professionalmente esposti mediante monitoraggio ambientale. La ciclofosfamide è di composizione particellare di tipo aerosol e quindi se dispersa nell’ambiente subisce una ricaduta sulle superfici; di conseguenza, per valutare l’esposizione a tale farmaco risulta efficace un campionamento delle superfici mediante la tecnica dei wipe-test. Il presente lavoro illustra i risultati di un’indagine effettuata in due ospedali italiani per verificare le corrette procedure di allestimento dei farmaci antineoplastici e il livello di inquinamento delle superfici dei locali di preparazione, utilizzando come tecnica di campionamento i wipe test, e metodi analitici che prevedono la quantificazione di cp mediante gas cromatrografia accoppiata alla spettrometria di massa
Il meccanismo di azione della ciclofosfamide spiega l’efficacia terapeutica ma anche la sua azione mutagena in soggetti sani, in quanto non presenta selettività tra cellule normali e cellule tumorali. La IARC, infatti, include il farmaco nel gruppo I (sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo). In base al D.Lgs. del 19 settembre 1994 n. 6265, alle Linee Guida pubblicate sulla G.U. n. 236 19996 e all’Aggiornamento 2002 del Titolo VII D.Lgs. 626/19947, c’è la necessità di valutare nel tempo il rischio di esposizione dei soggetti professionalmente esposti mediante monitoraggio ambientale. La ciclofosfamide è di composizione particellare di tipo aerosol e quindi se dispersa nell’ambiente subisce una ricaduta sulle superfici; di conseguenza, per valutare l’esposizione a tale farmaco risulta efficace un campionamento delle superfici mediante la tecnica dei wipe-test. Il presente lavoro illustra i risultati di un’indagine effettuata in due ospedali italiani per verificare le corrette procedure di allestimento dei farmaci antineoplastici e il livello di inquinamento delle superfici dei locali di preparazione, utilizzando come tecnica di campionamento i wipe test, e metodi analitici che prevedono la quantificazione di cp mediante gas cromatrografia accoppiata alla spettrometria di massa
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