Approccio sistemico a scala territoriale finalizzato alla rivitalizzazione del comparto produttivo. Il caso Val Bormida
Autore
Raffaella Rovida - Università degli studi di Genova - [2004-05]
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  • Tesi completa: 231 pagine
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    L’Unione Europea, sempre più presente nell’economia e nell’organizzazione dei sistemi locali, ha sviluppato da tempo, con sempre maggiore enfasi, una politica di coesione atta a riequilibrare le economie regionali e a promuovere uno sviluppo equilibrato da un punto di vista territoriale e settoriale. Le sue politiche e direttive passano attraverso i fondi strutturali organizzati in obiettivi e distribuiti sul territorio secondo parametri economici e logiche territoriali.
    Interlocutori dell’UE sono le Regioni che hanno acquisito il ruolo in precedenza occupato dagli Stati nazionali attraverso un percorso storico di decentralizzazione e sussidiarietà.
    Un altro soggetto fondamentale dei sistemi locali è il privato: la sua organizzazione in rete con gli altri privati, nei distretti industriali, e le sue forme di partenariato sociale con le pubbliche amministrazioni, i patti territoriali.
    In questo quadro si inserisce, con i suoi strumenti di pianificazione, la Regione Liguria: il Piano Territoriale Regionale (PTR), il Piano Territoriale di Coordinamento Area Centrale Ligure (PTC ACL), il Piano Territoriale di Coordinamento Savonese Bormide; la provincia di Savona: il Piano Pluriennale di Sviluppo Socio-Economico, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCProvinciale); il porto di Savona-Vado: il Piano Regolatore Portuale (PRP); i comuni della Val Bormida: Piani Regolatori Generali (PRG) e Piani Urbanistici Comunali (PUC).
    La storia industriale della Val Bormida, profondamente legata a quella di tutta la Regione, vede coinvolte nella sua crescita e nel suo declino l’industria chimica di Stato, produttrice di ammoniaca e pigmenti rispettivamente negli stabilimenti Agrimont e ACNA, la cokeria di CokeItalia, la Ferrania impegnata nella produzione di prodotti fotosensibili, per un certo periodo appartenente alla multinazionale 3M e, in seguito, alla Imation, grandi industrie meccaniche come la Rolam del gruppo Intier e il Gruppo Demont, e grandi industrie del vetro come la Bormioli, la Vetreria Etrusca e la Saint Gobain.
    Attraverso testi storici, censimenti delle aree industriali e interviste sul luogo sono stati ricostruiti, in parte, gli ultimi cento anni di storia di questa Valle, il suo massimo splendore e la sua tragica deindustrializzazione.
    Un primo inquadramento territoriale si è avuto sovrapponendo le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, il Piano Territoriale di Coordinamento Savonese Bormide, i Piani Regolatori comunali, il censimento Filse del 1998, il Piano delle Aree Ecologicamente Attrezzate del 2001.
    Utilizzando la scienza dei sistemi dinamici, teoria nata per applicazioni aziendali al MIT, è stato costruito un modello causale, qualitativo, per individuare i principali meccanismi che si sono innescati nella Valle e che ne hanno causato la fortuna e la rovina. Il modello confermato dai trend storici, ha messo in luce una problematica piuttosto grave che è necessario comprendere e monitorare se si pensa ad un rilancio industriale della zona: la presenza di grandi aziende esterne e una classe imprenditoriale locale molto ristretta.
    Il modello causale è stato, in un secondo tempo, trasformato in un diagramma di flusso, e implementato al computer con l’ausilio di Powersim, un software di simulazione dinamica messo a disposizione dall’Ateneo di Palermo; i trend storici ricostruiti sulla base dei dati statistici raccolti sono stati confrontati con le simulazioni dinamiche ottenute implementando il modello che è stato in questo modo calibrato e storicamente valicato.
    Il diagramma di flusso è stato quindi utilizzato per stimare un comportamento futuro a parità di condizioni sulla base delle ipotesi e delle semplificazioni fatte.
    La previsione, avente come estremi temporali il 2005 e il 2030, ha simulato il comportamento del sistema senza alcuna azione sulla leva presa in considerazione, la percentuale di fondi destinati al marketing territoriale, e con un forte investimento in marketing (l’80% dei fondi dell’amministrazione).
    Il risultato è un lento ma continuo declino nel caso in cui le condizioni restassero le medesime e una stabilizzazione tendente alla crescita agendo sulla leva del marketing.

    Sul rilancio industriale della valle verte la parte conclusiva della tesi che, partendo dai Progetti Integrati del PTC Provinciale, in particolare il “Progetto integrato per la connessione logistica della Val Bormida con la piattaforma dei porti di Savona-Vado e per la riorganizzazione del comparto energetico” e il “Progetto integrato per la costruzione della Città delle Bormide”, e dal piano di marketing proposto dalla Camera di Commercio, individua le storiche carenze e potenzialità della zona per proporre e valutare una serie di progetti in fase di analisi per la rivitalizzazione della Val Bormida.

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