Tecniche di compressione di immagini di contorni nel dominio wavelet
Autore
Pietro Gallina - Università degli Studi di Brescia - [2003-04]
Documenti
Abstract
In questa tesi viene affrontata la problematica della codifica efficiente dei contorni delle
immagini, sia in ambito lossy che lossless.
In primo luogo si analizzano i più importanti metodi per la rilevazione e la compressione dei
contorni, riportati in letteratura scientifica; quindi viene presentata una tecnica innovativa
basata sulla codifica nel dominio wavelet delle coordinate dei punti di contorno. La
scomposizione wavelet descrive in maniera estremamente efficace un segnale nel dominio
trasformato (i.e. l’informazione utile è contenuta in pochi coefficienti) ed è pertanto adatta ai
fini della compressione. I coefficienti wavelet sono codificati con SPHIT (Set Partitioning in
Hierarchical Trees), che permette di ordinare nel bitstream le informazioni in maniera
progressiva: ogni bit ricevuto aggiunge dei dettagli sempre meno significativi al segnale
ricostruito. Questa proprietà è utile nelle applicazioni a basso ritardo, che devono poter
decodificare, anche solo parzialmente, il bitstream pur nell’eventualità che le condizioni
della rete di trasmissione non consentano di rispettare le tempistiche prefissate.
Nell’ambito della codifica dei contorni di semplici oggetti il metodo proposto garantisce
delle prestazioni simili (in alcuni casi addirittura superiori) a quelle delle migliori tecniche
riportate in letteratura scientifica. Nel caso lossy non introduce degli artefatti fastidiosi e
permette di comprendere il contenuto semantico della figura codificata anche a rapporti di
compressione estremamente elevati. Tuttavia richiede un eccessivo numero di bit per
codificare i contorni con una qualità perfettamente lossless.
immagini, sia in ambito lossy che lossless.
In primo luogo si analizzano i più importanti metodi per la rilevazione e la compressione dei
contorni, riportati in letteratura scientifica; quindi viene presentata una tecnica innovativa
basata sulla codifica nel dominio wavelet delle coordinate dei punti di contorno. La
scomposizione wavelet descrive in maniera estremamente efficace un segnale nel dominio
trasformato (i.e. l’informazione utile è contenuta in pochi coefficienti) ed è pertanto adatta ai
fini della compressione. I coefficienti wavelet sono codificati con SPHIT (Set Partitioning in
Hierarchical Trees), che permette di ordinare nel bitstream le informazioni in maniera
progressiva: ogni bit ricevuto aggiunge dei dettagli sempre meno significativi al segnale
ricostruito. Questa proprietà è utile nelle applicazioni a basso ritardo, che devono poter
decodificare, anche solo parzialmente, il bitstream pur nell’eventualità che le condizioni
della rete di trasmissione non consentano di rispettare le tempistiche prefissate.
Nell’ambito della codifica dei contorni di semplici oggetti il metodo proposto garantisce
delle prestazioni simili (in alcuni casi addirittura superiori) a quelle delle migliori tecniche
riportate in letteratura scientifica. Nel caso lossy non introduce degli artefatti fastidiosi e
permette di comprendere il contenuto semantico della figura codificata anche a rapporti di
compressione estremamente elevati. Tuttavia richiede un eccessivo numero di bit per
codificare i contorni con una qualità perfettamente lossless.
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