Offshore windfarms in Spagna
Dal primo di gennaio verranno indicate da parte dei ministeri coinvolti le aree per le quali richiedere la concessione per creare campi eolici fuori costa

[07/08/2007]
Offshore windfarms in Spagna La Spagna si prepara a dotare di parchi eolici marini le sue coste, intraprendendo così una strada iniziata dalla Danimarca nel 1991 e percorsa da molti altri paesi europei capeggiati dal Regno Unito. Con la pubblicazione ieri nel Bollettino ufficiale, si rende operativo il Real decreto che regola i procedimenti per installare parchi eolici marini e i requisiti che questi devono riunire. I primi parchi saranno operativi dal 2012 e svilupperanno, secondo la Btm Consult, una potenza di 200 mega-watt (rispetto ai 1600 del Regno Unito).
Il Paese iberico, pur disponendo di 4.872 chilometri di litorale, dove il vento soffia con più regolarità che sulla terra ferma, non potrà installare ovunque i parchi. I mulini, infatti, per essere economicamente vantaggiosi, hanno bisogno che la piattaforma marina sia poco profonda. Per prenotare una zona marittima si dovrà inoltrare una richiesta dal prossimo 1 gennaio, data in cui i ministeri dell'Industria, dell'Ambiente e dell'Agricoltura renderanno note le zone di demanio pubblico -stando al comunicato ANSA- che riuniscono le condizioni per ospitare un parco eolico marino. Allegata alla richiesta, bisognerà presentare un rapporto che specifichi, tra le altre cose, l'impatto ambientale dell'opera.
Già quattro anni fa Acciona Energia, impresa spagnola leader nel settore dell'energia rinnovabile, ha iniziato studi per l'installazione di un parco nella zona costiera del Mar de Trafalgar (Cadice), nei pressi dello stretto di Gibilterra, che assieme alle coste galiziane e catalane rappresenta un punto strategico per i parchi eolici marini. Il progetto, appena visibile dalla spiaggia, prevedrebbe 273 mulini a vento da 3,6 mega-watt ciascuno, sviluppando una potenza, simile a quella di una centrale nucleare, che permetterebbe di soddisfare la richiesta di elettricità di 700 mila abitazioni.
Le imprese interessate competeranno, come in qualsiasi gara d'appalto, per accaparrarsi le zone marittime idonee all'installazione dei parchi. La retribuzione dell'energia generata –come indicato da El Pais- verrà decisa mediante un asta al ribasso partendo dal tetto massimo di 164 euro per mega-watt all'ora prodotto. Costo che doppia quello dell'energia terrestre. Questi parchi, secondo gli esperti, sono fondamentali per raggiungere l'obiettivo prefisso dall'Unione europea secondo cui nel 2020 il 20% dell'energia dovrà essere di origine rinnovabile.
La Commissione europea ha stimato che la Spagna nel 2020 potrebbe generare, grazie ai parchi marini, 25,52 giga-watt di potenza, il doppio rispetto a quella prodotta oggi dai parchi terrestri presenti in Spagna. I mulini in mare producono tra il 30% e l'80% in più di energia rispetto a quelli terrestri, grazie a venti più forti e costanti. Il decreto è stato ricevuto positivamente dalle associazioni ambientaliste. Teo Oberhuber, coordinatore ecologista dell' impresa Acciona, ha dichiarato al quotidiano spagnolo 'El Pais' che è “un passo positivo, se serve a velocizzare gli studi sulle aree che potranno accogliere un parco eolico marinò'
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