Batterie a zucchero biodegradabili
Dopo lunghe ricerche, ricercatori di St.Louis hanno determinato un praticissimo uso non alimentare dello zucchero
[31/03/2007]
Un gruppo di scienziati dell’università di St.Louis, guidati dalla ricercatrice Shelley Minteer, tramite fondi universitari e del ministero della Difesa americano, è riuscito a determinare una metodica di rivestimento degli elettrodi di batterie tradizionale tramite l’enzima glucosio deidrogenasi, ovvero il tramite di digestione dello zucchero degli organismi viventi. In pratica, gli enzimi che degradano lo zucchero sono concentrati in membrane di chitosano, che si estrae dall'esoscheletro dei crostacei. Le membrane compongono una cella in cui entrano aria e zucchero ed escono elettricità e acqua.
Le batterie a zucchero durano 4 volte di più rispetto a quella a ioni di litio, sono biodegradabili ed è possibile ricaricarle con qualsiasi fonte di zucchero abbiate a disposizione: dalla bustina alla bibita. Sembra che le bibite gassate non siano particolarmente efficaci, meglio usare i succhi di frutta o gli sciroppi.
La ricercatrice e' riuscita ad allungare la vita media degli enzimi coinvolti nel processo (fattore che aveva limitato l'efficienza di esperimenti simili, in passato) e a far funzionare una calcolatrice tascabile come dimostrazione, al congresso della American Chemical Society, con una batteria grande come un francobollo.
La trasformazione da puro esperimento ad elemento commerciale, dovrebbe richiedere dai tre ai cinque anni, quindi non è ancora tempo di estrarre la Coca—Cola dal frigo, ma il momento in cui, andando al bar, potremo ricaricare anche il lettore mp3, non è poi così lontano.
Le batterie a zucchero durano 4 volte di più rispetto a quella a ioni di litio, sono biodegradabili ed è possibile ricaricarle con qualsiasi fonte di zucchero abbiate a disposizione: dalla bustina alla bibita. Sembra che le bibite gassate non siano particolarmente efficaci, meglio usare i succhi di frutta o gli sciroppi.
La ricercatrice e' riuscita ad allungare la vita media degli enzimi coinvolti nel processo (fattore che aveva limitato l'efficienza di esperimenti simili, in passato) e a far funzionare una calcolatrice tascabile come dimostrazione, al congresso della American Chemical Society, con una batteria grande come un francobollo.
La trasformazione da puro esperimento ad elemento commerciale, dovrebbe richiedere dai tre ai cinque anni, quindi non è ancora tempo di estrarre la Coca—Cola dal frigo, ma il momento in cui, andando al bar, potremo ricaricare anche il lettore mp3, non è poi così lontano.
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