Alla ricerca di nuove risorse geotermiche
L’elio-4 è più abbondante nella crosta, l’elio-3 nel mantello sottostante: il loro rapporto nell’acqua di falda può fornire un’indicazione dell’estensione dell’interfaccia tra l’acqua e le rocce di origine vulcanica nel sottosuolo
[10/12/2007]
Con il progressivo impoverimento delle risorse petrolifere e con il cambiamento climatico la ricerca di nuove fonti energetiche è diventata un imperativo e una delle opzioni è sfruttare nuove forme di energia geotermica.
“Intendevamo mostrare che alcuni indicatori di superficie, e in particolare il rapporto degli isotopi dell’elio, possono essere utilizzati per identificare le aree con un alto potenziale di energia geotermica”, ha spiegato Matthijs van Soest, ricercatore dell'Arizona State University e coautore dell’articolo apparso sull’ultimo numero della rivista “Science”.
Le diverse parti della crosta terrestre sono composte da varie proporzioni degli elementi, compresi gas nobili come l’elio che si presenta in natura nei due isotopi elio-3 ed elio-4. Tipicamente, l’elio-4 è più abbondante nella crosta, mentre l’elio-3 lo è nel mantello sottostante. Per questo motivo il rapporto delle abbondanze elio-3/elio-4 del gas trovato nell’acqua di falda può fornire un’indicazione dell’estensione dell’interfaccia tra l’acqua e le rocce vulcaniche provenienti dal mantello.
“Quando troviamo rapporti elevati, sappiamo che l’unico modo possibile perché l’acqua si arricchisca di elio-3 è l’interazione con i fluidi del mantello terrestre”, ha commentato van Soest.
A questa intuizione è seguita un’attenta analisi di più di 60 campioni prelevati dalla Basin and Range - una regione geografica che copre parte degli Stati Uniti sudoccidentali e del Messico nordorientale - che ha mostrato come le zone con un alto valore del rapporto 3He/4He potrebbero essere molto adatte a uno sfruttamento dell’energia geotermica ivi presente.
“Intendevamo mostrare che alcuni indicatori di superficie, e in particolare il rapporto degli isotopi dell’elio, possono essere utilizzati per identificare le aree con un alto potenziale di energia geotermica”, ha spiegato Matthijs van Soest, ricercatore dell'Arizona State University e coautore dell’articolo apparso sull’ultimo numero della rivista “Science”.
Le diverse parti della crosta terrestre sono composte da varie proporzioni degli elementi, compresi gas nobili come l’elio che si presenta in natura nei due isotopi elio-3 ed elio-4. Tipicamente, l’elio-4 è più abbondante nella crosta, mentre l’elio-3 lo è nel mantello sottostante. Per questo motivo il rapporto delle abbondanze elio-3/elio-4 del gas trovato nell’acqua di falda può fornire un’indicazione dell’estensione dell’interfaccia tra l’acqua e le rocce vulcaniche provenienti dal mantello.
“Quando troviamo rapporti elevati, sappiamo che l’unico modo possibile perché l’acqua si arricchisca di elio-3 è l’interazione con i fluidi del mantello terrestre”, ha commentato van Soest.
A questa intuizione è seguita un’attenta analisi di più di 60 campioni prelevati dalla Basin and Range - una regione geografica che copre parte degli Stati Uniti sudoccidentali e del Messico nordorientale - che ha mostrato come le zone con un alto valore del rapporto 3He/4He potrebbero essere molto adatte a uno sfruttamento dell’energia geotermica ivi presente.
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