Centro Svizzero di Elettronica ed Emirati arabi: una insolita alleanza per l'energia solare
Energia termica tramite isole di pannelli, ovvero come sfruttare il mare antistante le coste arabe
[12/10/2007]
Un’inedita collaborazione fra il Centro Svizzero di Elettronica e Microtecnologia (CSEM) di Neuchâtel e il governo dell’emirato arabo Ras al Khaimah - uno stato che si affaccia sul Golfo Persico - punta ad ovviare al problema di mancanza cronica di superfici dove apporre pannelli solari costruendo “isole solari”, ovvero strutture galleggianti ricoperte di pannelli, sfruttando così l’enorme superficie libera marittima antistante le coste arabe.
Nella fattispecie, la tipologia di accentratori di energia termica sarebbero pannelli che concentrano il calore su un tubo pieno d’acqua: in questo modo si ottiene vapore che viene usato per far girare una normale turbina. Ci sono poi varie ipotesi di utilizzo dell’energia ricavata dal sole: si possono collegare le “isole” a terra, oppure usare la corrente per produrre idrogeno da stoccare sull’isola, approvvigionandosi ciclicamente. I vantaggi di questo progetto sono diversi: dalla superficie potenzialmente infinita alla possibilità di orientamento continuo delle strutture galleggianti per ottimizzare l’irraggiamento ed infine il basso costo di realizzazione, poichè questi sistemi semoventi non necessitano di fondamenta, vasche di contenimento ed altre infrastrutture di sostegno che invece servono agli impianti a terra. Gli svantaggi non sono però assenti: le isole devono essere posizionate in punti esposti al sole per almeno 350 giorni all’anno e devono stare nella fascia compresa fra i tropici (più sono vicine all’Equatore e meglio è). Ecco perché l’emirato Ras al Khaimah ha investito $5 milioni nel progetto: la sua posizione sul Golfo Persico è infatti favorevole.
Il primo prototipo sarà testato quanto prima su un corso d’acqua: per ciò che riguarda tutta la fase di implementazione e test, i responsabili saranno i ricercatori elvetici, che svilupperanno diverse soluzioni, in funzione dello scopo ultimo di utilizzo dell'energia termica accumulata.
Nella fattispecie, la tipologia di accentratori di energia termica sarebbero pannelli che concentrano il calore su un tubo pieno d’acqua: in questo modo si ottiene vapore che viene usato per far girare una normale turbina. Ci sono poi varie ipotesi di utilizzo dell’energia ricavata dal sole: si possono collegare le “isole” a terra, oppure usare la corrente per produrre idrogeno da stoccare sull’isola, approvvigionandosi ciclicamente. I vantaggi di questo progetto sono diversi: dalla superficie potenzialmente infinita alla possibilità di orientamento continuo delle strutture galleggianti per ottimizzare l’irraggiamento ed infine il basso costo di realizzazione, poichè questi sistemi semoventi non necessitano di fondamenta, vasche di contenimento ed altre infrastrutture di sostegno che invece servono agli impianti a terra. Gli svantaggi non sono però assenti: le isole devono essere posizionate in punti esposti al sole per almeno 350 giorni all’anno e devono stare nella fascia compresa fra i tropici (più sono vicine all’Equatore e meglio è). Ecco perché l’emirato Ras al Khaimah ha investito $5 milioni nel progetto: la sua posizione sul Golfo Persico è infatti favorevole.
Il primo prototipo sarà testato quanto prima su un corso d’acqua: per ciò che riguarda tutta la fase di implementazione e test, i responsabili saranno i ricercatori elvetici, che svilupperanno diverse soluzioni, in funzione dello scopo ultimo di utilizzo dell'energia termica accumulata.
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