Desertec, una soluzione alla domanda energetica
Rubbia ed altri scienziati presentano il progetto di produzione di energia pulita per il Sahara
[06/09/2007]
È sempre stato uno dei sogni del nostro Nobel Rubbia poter sfruttare l'energia solare dove ne arriva di più, nel deserto del Sahara, per dare elettricità pulita a tutti i Paesi del Mediterraneo. È il progetto Desertec, lanciato da un gruppo di scienziati che fanno capo al Club Rome, per risolvere in un colpo solo il problema energetico e l'emergenza inquinamento, ma anche per far decollare l'economia dei Paesi africani e più in generale nella zona dell’EUMENA (Europa, Medio Ordiente e Nord Africa). Il progetto è descritto in un servizio della rivista Newton, in edicola da domani. “In meno di sei ore arriva sui deserti una quantità di energia pari a quella consumata in un anno in tutto il mondo”, spiega il fisico Gerhard Knies, tra i promotori del progetto. In base ai calcoli degli scienziati, basterebbe ricoprire meno dello 0,3% dei deserti dei Paesi mediorientali e nordafricani per generare energia sufficiente a riforniregli stati del settore presi in considerazione. Ricavare “energia dai deserti, come supplemento alle fonti europee di energie rinnovabili, può accelerare il processo di riduzione delle emissioni di CO2 e può aumentare la sicurezza delle forniture energetiche europee.”Riducendo, oltretutto, l' emissione di Co2 dovuta alla produzione di elettricità in Europa (e quindi l'inquinamento che ne deriva) del 70%. “L'energia - spiega Rubbia - deve essere a disposizione quando se ne ha bisogno, non quando il buon Dio la manda”: per questo gli impianti che saranno installati nel deserto usano particolari specchi per concentrare la luce solare su un tubo o una caldaia, con un principio simile a quello di uno scaldabagno, in termini poveri una struttura in tutto e per tutto simile all’attuale progetto Archimede. Il fluido qui contenuto, scaldato oltre i 500°C, aziona le turbine che quindi producono l'energia. l solare termico sarebbe accoppiato ad impianti di raffrescamento solare (una rete di distribuzione di frescura che lavora come il telericaldamento, centralizzando la climatizzazione) e di desalinizzazione dell’acqua marina (pratica economicamente meno costosa se si sfrutta il calore residuo), in grado di soddisfare la domanda attuale e anticipare quella futura.
Il progetto prevede anche una supergriglia di distribuzione dell’energia che minimizzi gli sprechi.Il progetto Desertec richiede un investimento complessivo di 400 miliardi di euro. Un investimento considerevole, ma che è solo una frazione dei 7.500 miliardi di euro che secondo l' Agenzia internazionale per l'energia dovranno essere spesi entro il 2030 per espandere e ammodernare gli impianti di produzione elettrica in tutto il mondo
Il progetto prevede anche una supergriglia di distribuzione dell’energia che minimizzi gli sprechi.Il progetto Desertec richiede un investimento complessivo di 400 miliardi di euro. Un investimento considerevole, ma che è solo una frazione dei 7.500 miliardi di euro che secondo l' Agenzia internazionale per l'energia dovranno essere spesi entro il 2030 per espandere e ammodernare gli impianti di produzione elettrica in tutto il mondo
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