Biodiesel: le diverse vie di nuova produzione
Paesi distanti, approcci diversi, un unico scopo: produzione di carburanti puliti

[23/08/2007]
Biodiesel: le diverse vie di nuova produzione E’ di questi giorni l’inaugurazione del più grande impianto al mondo per la produzione di biodiesel dalla trasformazione di grasso di manzo.presso la città di Lins, nello stato di San Paolo, gestito dalla società Bertin, uno dei maggiori produttori ed esportatori di carne di manzo del Brasile. Un investimento ragguardevole: l’impianto può soddisfare con la sua produzione il 18% della domanda nazionale di biodiesel. E tutto questo grazie all’impiego giornaliero di 300 tonnellate di grasso bovino al giorno. Inizialmente il carburante prodotto sarà utilizzato per i camion della società stessa e la parte rimanente verrà collocata sul mercato nazionale.
Con questa inaugurazione il Brasile riconferma la propria volontà di diventare il re dei produttori di biocombustibile. D’altra parte le risorse non mancano. “Non esiste alcun paese al mondo – ha detto il presidente brasiliano. che abbia le possibilità di competitività che il Brasile ha in questo settore. Nessun altro paese ha la capacità di produrre biodiesel con i nostri costi. I nostri competitori dovranno accettare la nostra invincibilità!”. Parole forti che portano a riflettere sempre di più sul forte sviluppo del mercato dei biocombustibili, anche come carburante aggiuntivo in caso di emergenze energetiche, come nel caso del Giappone: è notizia di oggi infatti che, a causa di un'ondata straordinaria di caldo, il Paese nipponico è costretto a ricorrere a un piano d'emergenza. Ed è così che il ministero dell'Agricoltura che avrebbe intenzione di trasformare milioni di bacchette di legno, quelle utilizzate per mangiare, in biocarburante. In tutto il Paese verranno collocati degli appositi contenitori di raccolta, come ha spiegato un portavoce governativo.
127 milioni di giapponesi impiegano ogni anno, in media, 200 paia di bacchette, il che equivarrebbe a 90.000 tonnellate di legno. Se il piano dovesse funzionare, i bastoncini potrebbero così "redimersi" dall'accusa di essere uno strumento di deforestazione selvaggia nei paesi da cui vengono importati, soprattutto la Cina, già recentemente accusata per i materiali non del tutto ortodossi utilizzati per confezionare giocattoli e vestiti.

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